Dolce Romeo ~

Romeo, un ragazzo appena trasferitosi in città con la sua famiglia, si iscrive al liceo Dolce Amoris. Nel liceo farà nuove conoscenze, stringerà tante amicizie ma sperimenterà anche varie inimicizie e rivalità, affronterà tante sfide e vivrà un sacco di esperienze. Chissà se però riuscirà a trovare quello che sta cercando...

Chi non conosce l'ansia, l'emozione e la grande voglia di piacere quando si cambia città, quando si fa amicizia con nuove persone e quando si inizia a frequentare un nuovo liceo? Romeo provava tutto questo mentre entrava per la prima volta al liceo Dolce Amoris, il liceo della città in cui si era appena trasferito insieme alla sua famiglia.
"Mamma mia, che ansia... Coraggio Romeo, non agitarti! Hai affrontato cose peggiori di questa. Sii te stesso e vedrai che andrà tutto bene".
Il ragazzo fece un bel respiro e raccolse il coraggio per entrare nel liceo. Passata la porta, si ritrovò davanti a un corridoio pieno di persone impegnate a chiacchierare o a rovistare nei propri armadietti e si sentì subito fuori luogo.
"Ecco... L'ansia è tornata. Ma dove sarà l'ufficio della preside? Suppongo che per iscrivermi al liceo dovrò parlare con lei...".
Spaesato, Romeo iniziò a camminare guardandosi intorno in cerca del famoso ufficio o della preside stessa fino a quando non sentì qualcuno dietro di sé fermarlo.
"Ehi, come corri! C'ho messo un po' a raggiungerti".
Quando Romeo si girò vide una ragazza alta e snella. Aveva i capelli biondi e mossi, due occhi azzurri tendenti al verde e un sorriso non troppo pronunciato. Era vestita di tutto punto con orecchini, collana e bracciali turchesi, una maglietta color beige avvolta da una cintura marrone e turchese, un paio di jeans scurissimi e un paio di scarpette bianche abbinate alla borsetta che teneva in mano.
"Io..." disse Romeo, non poco sorpreso da quel l'incontro inaspettato.
"Sei davvero carino..." disse la ragazza con un sorriso furbo.
Romeo arrossì per l'imbarazzo.
"G-Grazie" rispose, ancora rosso.
"Sei nuovo, vero? Non ti ho mai visto qui" disse poi la lei.
Grazie a quella domanda Romeo si riprese.
"Eh già, stavo giusto cercando la preside del liceo per potermici iscrivere" le rispose.
"Oh, ti ci accompagno io da lei, è sempre nel suo ufficio" disse la ragazza prendendolo sottobraccio.
Romeo, timido com'era, girò lo sguardo da un'altra parte e la lasciò fare.
"Grazie mille..." la ringraziò.
"Non c'è di che... A proposito, come ti chiami?" gli chiede poi lei.
Romeo guardò la ragazza e le rispose: "Romeo... Mi chiamo Romeo. E tu come ti chiami?".
"Giulietta" disse la ragazza, scherzando.
Poi aggiunse: "Non è vero, mi chiamo Ambra".
Romeo ripensò per un attimo alle parole che gli disse sua zia appena trasferitisi: "Sono sicura che in questo liceo troverai la tua Giulietta, Romeo".
Poi però scosse la testa e si ricordò che doveva ancora parlare con la preside.
"Ehm... Allora Ambra, andiamo?" le chiese, ripresosi.
"Oh, scusami! Guardando i tuoi occhi castani, me n'ero completamente dimenticata!" disse la ragazza, con un'aria sbadata.
I due allora s'incamminarono verso l'ufficio della preside, soggetti agli sguardi di tutte le persone che incontravano. Arrivati, Ambra gli disse che lo avrebbe aspettato fuori e così Romeo entrò nell'ufficio della preside. Dopo aver sbrigato alcune formalità, il ragazzo era diventato a tutti gli effetti uno studente del liceo e, uscito dall'ufficio della preside, trovò Ambra eccitatissima.
"Allora com'è andata? Ti sei iscritto?" chiese lei, impaziente.
"Si Ambra, ora sono uno studente del liceo" disse Romeo con un sorriso.
"Che bello! Vieni, voglio presentarti subito a mio fratello!" gli disse, prendendolo per mano e iniziando a correre.
Romeo la seguì, piuttosto confuso, finché i due non arrivarono alla sala dei delegati.
"Eccoci qui. Mio fratello è un delegato, sai?".
"Davvero?" chiese Romeo, curioso.
"Eh si... Sai, lui è uno che ha fatto dello studio la sua ragione di vita" disse Ambra, entrando nella sala.
Appena entrato, Romeo vide un ragazzo e una ragazza. Il ragazzo era alto e magro. Aveva i capelli biondi, gli occhi incredibilmente gialli tendenti all'arancione e un'accesa aria simpatica. Assomigliava molto ad Ambra e per questo Romeo intuì che ne fosse il fratello. Poi notò che anche lui, come la sorella, era vestito accuratamente. Indossava una camicia bianca sopra la quale pendeva una cravatta blu, un paio di pantaloni beige e delle scarpe blu, abbinate alla cravatta. La ragazza vicino a lui invece non era tanto alta, ma era magra comunque. Aveva dei lunghi e lisci capelli castani, in contrasto con i suoi occhi azzurri. Indossava una maglietta azzurra, due mollette e un paio di scarpe abbinati ad essa, una gonna bianca e un elegantissimo nastrino rosa legato al collo. Anche lei apparve gentile al ragazzo.
Ambra si avvicinò ad essi ed esclamò: "Nath, che bello vederti! Devo presentarti una persona! Ah, ciao anche a te Melody...".
"Ciao anche a te Ambra" la salutò pazientemente la ragazza.
Poi aggiunse, rivolgendosi a Romeo: "Ciao anche a te... Sei nuovo, qui? Io mi chiamo Melody comunque, piacere di conoscerti".
Non si era sbagliato, Melody era gentile sul serio.
"Il piacere è tutto mio Melody. Io sono Romeo" si presentò il ragazzo.
"Piacere di conoscerti Romeo. Io sono Nathaniel, il fratello di Ambra" aggiunse poi il ragazzo biondo.
"Sono così felice che vi siete conosciuti! Io e Romeo andiamo tanto d'accordo!" esclamò Ambra, felice.
Nel frattempo, attraverso la porta rimasta aperta, Romeo intravide una ragazza. Da quanto poteva vedere, nemmeno lei era tanto alta. Aveva dei bellissimi capelli rossi raccolti in una treccia e due cristallini occhi azzurri. Indossava una maglietta viola con le maniche a strisce verdi e nere, un paio di pantaloncini corti grigi, delle calze a strisce viola e nere abbinate alla maglietta e un paio di stivali grigi abbinati ai pantaloncini. Appena Romeo la vide, arrossì.
Dopo aver scosso nuovamente la testa per riprendersi però, chiese agli altri: "Chi è quella ragazza?".
Melody gli rispose: "Oh, quella ragazza si chiama Iris".
"È davvero gentile e altruista" aggiunse Nathaniel, sorridendo.
In quel momento Romeo pensò tra sé e sé: "Iris? Siete sicuri che non si chiami Giulietta?".